Il Sogno Del Drago by Enrico Brizzi

Il Sogno Del Drago by Enrico Brizzi

autore:Enrico Brizzi [Brizzi, Enrico]
La lingua: eng
Format: epub
Google: xAirDgAAQBAJ
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2017-05-23T22:00:00+00:00


Capitolo XIII

Il Lauragais, l’ondulata contrada che si estende fra Castres e la piana di Tolosa, è identificata in Francia con il leggendario “paese della Cuccagna” per l’abbondanza dei suoi raccolti.

Qui l’orizzonte torna a spalancarsi: i campi di grano e le vigne hanno preso il posto delle scogliere dirupate e dei boschi solcati nei giorni scorsi, e le gazze che saltellano sornione fra le colture hanno sostituito i voli ad ali spiegate dei grandi rapaci.

L’unica cosa che vi aspettereste di vedere e invece non si mostra sono i Pirenei.

Ha assunto la dimensione del sogno, l’apparizione delle montagne simili a vascelli fantasma che vi ha sbalordito dal sommo del Col de la Baraque. Nelle tappe successive, l’arcana combinazione che aveva consentito al vostro sguardo di spaziare per oltre duecento chilometri in linea d’aria non si è più ripetuta, e le montagne sono rimaste invisibili. Eppure sapete che sono lì ad aspettarvi, guardiane immobili e senza tempo della frontiera oltre la quale si nascondono le terre di Aragona e Navarra; che le scorgiate o no, ogni nuovo passo vi avvicina a loro.

“Come stai, vecchio mio? Io tutto bene” leggi sul display del telefono. Il testo è compreso in un fumetto a fondo bianco in arrivo da Leo, ed è il primo messaggio che ti invia su Whatsapp dopo i trionfali resoconti delle sue imprese erotiche in Camargue. “Ti devo chiedere scusa per la mia latitanza, ma sai che quando la carne chiama io rispondo. Ero convinto di raggiungervi nel giro di pochi giorni, ma poi le cose sono andate come sono andate, e chi sono io per ribellarmi al destino? Alla fine comunque non ne potevo più. Io e lei dentro una stanza, e un silenzio da diventare matti… Come ti avrà detto Ivan, sono dovuto correre in Italia per la fiera. Mi dispiace, ma se non ci sono io non combinano un accidenti, e oltretutto ho bisogno di cash. Io spero di mettere insieme in fretta un po’ di fondi e tornare da voi, cari pellegrini senz’ombra. Restiamo in contatto. Io vi aggiorno, voi fate lo stesso!”

Il messaggio è seguito da una fila di icone: c’è una faccina gialla che porta gli occhiali da sole, un braccio dal bicipite gonfio, e una scritta “Top” con una freccia che indica verso l’alto.

«Razza di pistola!» mormori a mezza voce. «Adesso che sei a Milano, ti tornano in mente gli amici!»

«Che dice?» s’informa Ivan.

Scorri il messaggio, consideri che non contenga nulla di personale del quale il tatuatore non sia già informato, e lo rileggi per lui ad alta voce.

«Io, io, io!» esclama Ivan in tono infastidito appena hai terminato. «Ha scritto “io” sette volte. Le ho contate».

Controlli ed è vero.

«Il problema è nei pronomi! Questo “io” ha rotto le palle! Ogni volta che lo usiamo, finiamo per pensare a noi stessi come a un’isola, e ce ne freghiamo del resto dell’arcipelago! Io propongo di abolirlo per sempre a favore del “noi”!» proclama infervorato e inizia a canticchiare con una erre blesa alla Guccini: «Nelle auto



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